venerdì 3 maggio 2013

Forse ci stiamo dimenticando i nostri diritti civili




Buongiorno,
In un momento di così profonda crisi finanziaria, in cui le famiglie faticano ad arrivare a fine mese e si sentono costantemente gesti estremi al telegiornale, i diritti civili degli individui rischiano di passare in secondo piano, ma sarà poi giusto? Abbiamo assistito nei giorni scorsi in Francia ad un avvenimento storico: il Parlamento ha legalizzato il matrimonio tra coppie omosessuali, evento che ha causato molto fermento nel Paese, tra chi è sceso in piazza protestando e chi si è schierato a favore. Anche in Italia abbiamo visto le grandi menti del Paese, Gasparri & Co., schierarsi apertamente contro le unioni omosessuali; io mi chiedo, ma perché si dovrebbe vietare a un’ altra persona di poter fare liberamente quello che vuole? Come nel caso dell’aborto, del divorzio o dell’ eutanasia, una volta che fossero approvati starebbe alle persone decidere in propria coscienza se usufruirne o no. Cos’è, questa gente teme che se vengono approvate le nozze omosessuali diventano all’ istante anche loro omosessuali?  Io credo che sia proprio in momenti come questi che, proprio perché i nostri diritti civili rischiano di sprofondare nel dimenticatoio, devono essere sempre tenuti a mente e difesi più forte di prima, perché rischiano di finir calpestati nel grande marasma causato dalla crisi finanziaria. I soldi sono importanti, ma i nostri diritti devono sempre venir prima se no si rischia fortemente di venir sfruttati o denigrati, anche se a volte concentrandosi sui diritti ci si dimentica che si hanno anche dei doveri. Per questo approvo un lavoratore in fabbrica che non firma un accordo sindacale palesemente mascherato sotto forma di ricatto, perché quell’ atto tiene sempre viva la sua esistenza come io pensante. Poi si è passati nei giorni scorsi ad un avvenimento che sembrava aver sancito una svolta verso una maggiore apertura mentale nel nostro Paese: la nomina a ministro alla integrazione Cécile Kyenge , di origini congolesi. Sembrava che almeno per un poco questa legislatura potesse sancire un cambiamento, con la nomina per la prima volta di un ministro di colore, evento applaudito in tutto il mondo, ma subito le grandi menti dal rutto facile e che a stenti parlano l’italiano della Pianura Padana non hanno perso occasione per starsene zitti. Comincia Salvini che dice che questa nomina è frutto di una sinistra buonista  ipocrita; è il turno poi di Zaia che invita il ministro a recarsi a Vicenza a trovare una ragazza stuprata da due congolesi, quasi come se fosse colpa sua; poi non poteva mancare il Conte della Lega, il fine stratega e EUROPARLAMENTARE  (mi sembra assurdo solo a dirlo) Borghezio che si è “limitato” a dire: "Questo è un governo del bonga bonga, vogliono cambiare la legge sulla cittadinanza con lo Ius soli e la Kyenge ci vuole imporre le sue tradizioni tribali, quelle del Congo. Lei è italiana? Il paese è quello che è, le leggi sono fatte alla cazzo..." […] ” E poi gli africani sono africani appartengono a un etnia molto diversa dalla nostra. Non hanno prodotto grandi geni, basta consultare l'enciclopedia di topolino. Diciamo che io ho un pregiudizio favorevole ai mitteleuropei. Kyenge fa il medico, gli abbiamo dato un posto in una asl che è stato tolto a qualche medico italiano".
Diciamo che se il metro di paragone dell’ intelligenza superiore europea, come ritiene Borghezio, sono i membri della Lega, io personalmente mi ritengo degno di premio Nobel. Già di per se trovo ridicolo che un partito territoriale sia finito più volte a governare il nostro Paese per far gli interessi però solo della parte che più gli interessava, ma arrivare a una cosa così, che sembra fatta giusto per mantenere lo stereotipo che ormai si son creati, giusto per far vedere al padano medio, quello che magari a stenti sa leggere e come massima aspirazione ha di andare a fare il pagliaccio a Pontida e a strafogarsi di Polenta, che loro c’è l’ hanno ancora duro, mi sembra alquanto squallido.
Comunque la nomina della Kyenge forse è la prima bella azione da un po’ di tempo fatta dal nostro governo, e le persone possedenti un intelletto l’avranno certamente colta come una cosa che ci spinge un po’ più avanti nel processo di integrazione, e tornando al discorso iniziale, forse ha riaperto gli occhi alla gente di come c’è gente ancora oggi che deve lottare strenuamente per guadagnarsi i propri diritti civili, mentre noi forse ce li stiamo facendo fottere da sotto gli occhi.
Un saluto.

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